Come eventi reali hanno ispirato alcune delle canzoni più amate di sempre

Dare espressione alle proprie emozioni
'Jueves', di La Oreja de Van Gogh
'Lemonade', di Beyoncé
'Tears in Heaven', di Eric Clapton
'En el Muelle de San Blas', dei Maná
'Don't Speak', dei No Doubt
'Té para Tres', dei Soda Stereo
'Sunday Bloody Sunday', degli U2
'Wake Me Up When September Ends', dei Green Day
'One Way or Another', dei Blondie
'Jeremy', dei Pearl Jam
'Alfonsina y el Mar', di Mercedes Sosa
Dare espressione alle proprie emozioni

La musica è una delle espressioni artistiche più terapeutiche e rigeneranti che gli esseri umani hanno a loro disposizione e spesso può rappresentare una vera e propria catarsi per chi la compone o la esegue. Le seguenti canzoni sono ispirate da fatti realmente accaduti.

'Jueves', di La Oreja de Van Gogh

Questa canzone è basata sugli attacchi terroristici avvenuti a Madrid l'11 marzo 2004. Ci furono varie esplosioni su diversi treni che causarono 192 morti e circa 1.800 feriti. Secondo diverse pubblicazioni, il brano è ispirato alle pagine di un diario trovato tra i rottami di uno dei treni, in cui una ragazza aveva scritto un appunto rimasto incompiuto a causa dello scoppio della bomba. Narra la storia di una giovane che prende il treno ogni giorno e che si innamora di un ragazzo, ma non ha il coraggio di parlargli fino a giovedì 11 marzo. Il loro amore viene interrotto per sempre dal terribile attentato.

'Lemonade', di Beyoncé

In questo caso non si tratta solo di una canzone, ma di un intero album: "Lemonade" (2016) di Beyoncé. Per la cantante più titolata dei Grammy Award, il disco è stato un modo per elaborare e trasmettere il vissuto emotivo legato all'infedeltà pubblicamente riconosciuta del marito, Jay Z. Brani come "Sorry", "Pray You Catch Me", "Hold Up" e "Daddy Lessons", tra gli altri, compongono l'opera musicale terapeutica dell'artista.

'Tears in Heaven', di Eric Clapton

Questa canzone è senza dubbio una delle più tristi di tutti i tempi, poiché è stata scritta dal cantautore in onore del figlio Conor, nove mesi dopo la sua dipartita. Il bambino di quattro anni cadde il 20 marzo 1991 dal 53° piano di un grattacielo di New York. Il brano ha vinto tre Grammy Awards nel 1993: Canzone dell'anno, Registrazione dell'anno e Miglior interpretazione vocale pop maschile. Si colloca al 353° posto tra le 500 canzoni più belle di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone.

'En el Muelle de San Blas', dei Maná

La canzone del gruppo messicano narra la leggenda di Rebeca Méndez Jiménez, la cosiddetta "Loca de San Blas". Questa donna, che si diceva fosse priva di senno, era solita passeggiare lungo il molo e in altri punti di questa città dello Stato del Nayarit, nel Pacifico messicano, in attesa di un uomo di nome Manuel che aveva preso il largo e che prima di partire le aveva promesso che al suo ritorno l'avrebbe sposata. Vestita di bianco, con un abito da sposa o da prima comunione, lo aspettò ogni sera fino alla sua morte, avvenuta all'età di 63 anni.

'Don't Speak', dei No Doubt

"Io e te stavamo insieme, ogni giorno insieme, sempre. Sento che sto perdendo il mio migliore amico, non riesco a credere che questa possa essere la fine... [...] Non parlare, so cosa stai pensando e non mi servono le tue ragioni, non dirmelo perché fa male". Con queste parole Gwen Stefani raccontava il dolore causato dalla rottura con Tony Kanal, bassista dei No Doubt, dopo sette anni di relazione. Il celebre brano, incluso nell'album "Tragic Kingdom" (1995), ha vinto il Grammy Award per la Canzone dell'anno nel 1998.

'Té para Tres', dei Soda Stereo

Questa canzone dei Soda Stereo, una delle più importanti rock band latinoamericane degli anni '80 e '90, trasporta l'ascoltatore nell'atmosfera vissuta dal suo cantante, il musicista argentino Gustavo Cerati, insieme ai suoi genitori quando suo padre, Juan José, ricevette la notizia delle sue condizioni critiche a causa di un cancro terminale. Sua madre, Lilian Clark, piangeva mentre tutti e tre bevevano il tè. Il brano è incluso nell'album "Canción Animal", pubblicato nel 1990.

'Sunday Bloody Sunday', degli U2

Bono, il carismatico frontman della band irlandese e noto attivista, ha trasfuso nei versi della canzone scritta insieme a The Edge la sua reazione agli eventi della "Bloody Sunday" del 1972. In quella tragica giornata, quattordici attivisti per i diritti civili della comunità cattolica irlandese furono uccisi durante una manifestazione. Il testo descrive l'orrore di quel giorno e rende omaggio alle vittime. È stato il terzo singolo dell'album "War" (1983).

'Wake Me Up When September Ends', dei Green Day

All'età di 10 anni, il cantante della band, Billie Joe Armstrong, pronunciò la frase "Wake me up when September ends" (Svegliami quando settembre è finito), dopo aver partecipato al funerale del padre, morto di cancro. Questa espressione, che ha segnato profondamente la sua esistenza, è diventata in seguito titolo e parte del testo di una canzone che lui stesso ha definito la più autobiografica che avesse scritto fino a quel momento, considerandola addirittura "terapeutica". È il quarto singolo dell'album "American Idiot" (2005).

'One Way or Another', dei Blondie

"In un modo o nell'altro, ti troverò, ti prenderò...". Questo brano risulta inquietante se si pensa alle reali molestie che lo hanno motivato e che ha subito Debbie Harry, la cantante della band. "Ho cercato di dare un po' di leggerezza alla cosa per renderla più sopportabile, è stato un meccanismo di difesa", avrebbe detto in seguito l'artista. La canzone faceva parte dell'album "Parallel Lines" (1978).

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'Jeremy', dei Pearl Jam

Questa canzone è stata scritta da Eddie Vedder, frontman e cantante della band, dopo aver letto sul giornale la notizia della morte di Jeremy Wade Delle, un adolescente texano di 16 anni che si era tolto la vita nel 1991 alla presenza dei suoi 30 compagni di classe e del suo insegnante. Il testo parla della mancanza di attenzione da parte dei genitori del ragazzo, che era vittima di bullying. Il brano è stato incluso nell'album di debutto "Ten" e candidato ai Grammy Award del 1993 come Miglior canzone rock e Miglior interpretazione hard rock.

'Alfonsina y el Mar', di Mercedes Sosa

È una canzone omaggio alla poetessa Alfonsina Storni, che si tolse la vita nell'ottobre del 1938. È stata scritta da Ariel Ramírez, Félix Luna e Mercedes Sosa e racconta la storia dell'artista che si getta da un frangiflutti della spiaggia di La Perla a Mar de Plata. In seguito il brano è stato interpretato da diversi cantanti famosi, tra cui Miguel Bosé, Shakira e Vicente Fernández.

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