Un carcere gestito dagli stessi detenuti, con strutture di lusso: esiste e si trova in Venezuela

Venezuela, paese di estremi
Chi comanda in Venezuela
Il Far West del Venezuela
La prigione di Tocorón
La situazione è sfuggita di mano
Riprendere il controllo
Il ritrovamento
Uno zoo
Una piscina
Ristoranti
Villaggi
Concessionaria di moto
Parco giochi
Macchine per Bitcoin
Armi da guerra e munizioni
Un tunnel di 5 chilometri
Traffico a doppio senso
Una famosa discoteca
Bancomat
Campo di baseball
Gioco d'azzardo, cavalli...
Una banca per le bande criminali
'La Causa'
Upgrade in stanze, ehm, celle migliori
Chi è il capo?
Milioni di dollari di guadagno
Un domani nella lista di Forbes?
Venezuela, paese di estremi

Il Venezuela è la terra degli estremi: delle reginette di bellezza, delle spiagge paradisiache, della cascata più alta del mondo e... un governo che fatica a controllare la società.

Chi comanda in Venezuela

In effetti, l'anarchia regna sotto il regime socialista di Nicolas Maduro (nella foto), anche se fa di tutto per limitare i diritti di voto, di proprietà e, in generale, i diritti umani del suo popolo.

Il Far West del Venezuela

Dai centri urbani alle campagne, dalle spiagge all'Amazzonia, le bande criminali sono riuscite a imporre il proprio dominio e di fatto gestire il Paese. La situazione di anarchia generale del Venezuela, confermata da media come il New York Times, Fox Business e Reuters, interessa anche l'unico luogo in cui lo Stato dovrebbe avere il controllo assoluto: il carcere.

La prigione di Tocorón

Un esempio curioso è il centro penitenziario di Tocorón. Normalmente un carcere come questo dovrebbe essere gestito dalla polizia e dalle autorità militari; Tocorón, invece, è stato gestito per anni da bande criminali. La gang principale si chiama "El Tren de Aragua", ovvero il "treno di Aragua", dal nome della regione in cui si trova la prigione.

La situazione è sfuggita di mano

Il carcere è stato costruito nei primi anni '80 per ospitare 750 detenuti. Tuttavia, nel 2016 i reclusi erano oltre 7.000: una situazione davvero insostenibile.

Foto: Matthew Ansley / Unsplash

Riprendere il controllo

Dopo anni di sregolatezza, nel settembre 2023 il governo venezuelano ha deciso di riprendere il controllo della prigione. Per entrare nel penitenziario e "riconquistarlo" sono stati necessari circa 11.000 membri delle forze di sicurezza. Quello che hanno trovato i soldati al loro arrivo è assolutamente sbalorditivo.

Il ritrovamento

Cosa si sono trovati davanti le autorità quando finalmente sono riuscite a entrare nella prigione di Tocorón? Diamo un'occhiata agli insoliti comfort che si erano costruiti i prigionieri.

Foto: Runrun.es via BBC

Uno zoo

Sì, hai letto bene, uno zoo, con tanto di giaguaro, fenicotteri e altri animali esotici. I detenuti dovevano essere amanti degli animali.

Foto: Zuoqi Liu / Unsplash

Una piscina

Perché no? Considerando che in Venezuela l'estate dura quasi 365 giorni all'anno, una piscina è sempre utile.

Foto: @AlertaMundial2 / Twitter

Ristoranti

I detenuti avevano accesso a ristoranti con tavoli all'aperto per consumare i pasti al sole. Era disponibile persino un servizio da asporto!

Villaggi

Per farci un'idea della mobilità di cui godevano i reclusi all'interno del penitenziario di Tocorón, basti pensare che esistevano piccoli villaggi o quartieri in cui vivevano persone non detenute, normalmente parenti dei prigionieri. Una donna di nome Gladys Hernández ha raccontato all'AFP: "Vivevo lì dentro, ma loro [le autorità] ci hanno buttato fuori".

Concessionaria di moto

Il complesso carcerario ha una superficie di 286 acri: chi aveva voglia di camminare per andare da una parte all'altra? È logico che fosse necessaria un noleggio di motociclette e scooter con i quali andare in giro per la prigione.

Parco giochi

Poiché nel penitenziario si erano stabilite famiglie che non erano state condannate per alcun reato, era normale che ci fossero molti bambini. E naturalmente, la prigione aveva bisogno di un parco giochi tutto per loro...

Foto: @AlertaMundial2 / Twitter

Macchine per Bitcoin

Nel penitenziario di Tocorón non poteva mancare la tecnologia finanziaria. Come veri e propri imprenditori di criptovalute, i detenuti avevano anche delle macchine che venivano utilizzate per il mining Bitcoin.

Armi da guerra e munizioni

La sicurezza in una prigione deve essere sempre al primo posto, soprattutto quando ci sono motociclette costose e macchine per il mining. Le armi, però, dovrebbero essere nelle mani delle autorità e non dei prigionieri...

Un tunnel di 5 chilometri

In perfetto stile "Le ali della libertà", i prigionieri disponevano di un tunnel di circa 5 chilometri di lunghezza che conduceva direttamente al mondo esterno.

Traffico a doppio senso

A differenza della maggior parte dei detenuti, però, quelli di Tocorón percorrevano liberamente il tunnel avanti e indietro. Andavano a prendere il caffè, a fare shopping o in spiaggia. In fin dei conti, la vita era meglio all'interno che all'esterno del complesso, quindi i prigionieri facevano quasi sempre ritorno.

Foto: Polizia nazionale del Venezuela

Una famosa discoteca

Quando i venezuelani parlano di "Tokyo", di solito non intendono la capitale giapponese. Il "Tokio", infatti, è un famoso locale notturno che attira DJ internazionali e ha moderne luci al neon, feste a tema, bevande di ogni tipo e sostanze illecite. Dove si trova? All'interno del centro penitenziario di Tocorón, naturalmente!

Foto: Runrun.es

Bancomat

Ma come facevano i detenuti a fare uso dei vari locali, negozi e concessionari di moto? Era ovvio che avessero bisogno di contanti, perciò avevano installato dei bancomat in carcere. Logico, no?

Foto: Eduardo Soares / Unsplash

Campo di baseball

Il baseball è uno degli sport preferiti dai venezuelani. Il carcere di Tocorón non sarebbe stato completo senza uno stadio di baseball. Secondo El Nacional, il campo sportivo è completamente attrezzato ed è stato persino ritrovato in uno stato migliore di molti stadi venezuelani "esterni".

Foto: @AlertaMundial2 / Twitter

Gioco d'azzardo, cavalli...

Come racconta 2001online, secondo le rivelazioni di alcuni detenuti nel carcere c'erano anche sale da gioco, negozi di l i q u o r i e macellerie. Nessun giornalista ha avuto modo di vederli con i suoi occhi, ma considerando tutto ciò che è stato ritrovato, niente è impossibile a Tocorón.

Foto: Runrun.es

Una banca per le bande criminali

Un individuo che ha preferito rimanere anonimo ha raccontato a Runruns.es che nel carcere c'erano delle "banche" gestite dai boss delle gang che servivano ai reclusi per pagare la cosiddetta "Causa".

Foto: Eduardo Soares / Unsplash

'La Causa'

"La Causa" è la somma di denaro che i detenuti devono versare per rimanere al sicuro. L'amministrazione del denaro e degli affari carcerari era nelle mani della banda "Tren de Aragua".

Upgrade in stanze, ehm, celle migliori

Beh, i detenuti potevano anche usare la banca per acquistare "benefit" come materassi o celle con più privacy. Proprio come in un hotel!

Foto: 'Prison Break' / FOX, Getty

Chi è il capo?

Héctor Rusthenford Guerrero Flores, alias "El Niño Guerrero" ("Il ragazzo guerriero") è il capo della banda "Tren de Aragua", che è talmente estesa da essere presente anche in altri Paesi sudamericani come Bolivia, Colombia, Brasile, Ecuador, Cile e Perù.

Foto: foto segnaletica rilasciata dalle autorità venezuelane

Milioni di dollari di guadagno

Secondo il quotidiano El Nacional, El Niño Guerrero ha intascato circa 3 milioni di dollari all'anno mentre era nel penitenziario di Tocorón.

Un domani nella lista di Forbes?

Attualmente il boss è in fuga, perché la sua prigione non è più sua. Peccato, perché forse, in un'altra vita, avrebbe potuto entrare nella lista dei più ricchi di Forbes.

Foto: @MijpVzla / Twitter

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